Sostiene Kenneth Clark nel suo testo famoso The nude, “A study in ideal art” che il nudo è il soggetto perfetto per l’opera d’arte: «Il più completo esempio della trasformazione della materia nella forma». Ma non va trascurato che arte e sensualità espresse dal nudo finiscono per sovrapporsi, così che l’esperienza estetica diventa al tempo stesso esperienza erotica, e viceversa. Tuttavia, con la sua idea, Clark non tiene in considerazione la centralità della persona.
La donna con o senza veli ritratta da Michele ROSA è consapevole del proprio potere di seduzione, nella dimensione dell’erotismo affermato con la propria femminilità, presenza e determinazione. Ella suscita, a seconda dei casi, sentimenti di piacere estetico o di eros ed è certamente gradito tanto agli occhi maschili che a quelli femminili per assumere un significato normalmente privo di connotazioni maliziose, proprio perché “sublimato” dall’arte.
Nella serie del 2010, Michele ROSA si è dilettato nella sperimentazione di nuove composizioni e originali raffigurazioni, in cui accostamenti cromatici non convenzionali risaltano gli atti del corpo. Esplora il nesso tra arte ed erotismo, visione e piacere, desiderio e immaginazione. Si inserisce così nella più ampia riflessione sulle relazioni che legano arte, corpo e sessualità.
É interessante notare che “Venere” è nuda ma è rappresentata spesso con un velo, ora con un crespo, come a dire che la nudità cruda in qualche modo è scontata. Il velo che copre suscita invece la gentilezza e la morbidezza carnale di un sogno, ma anche l’interesse che l’emotività del desiderio accende. Ci rimanda dunque al nesso tra arte e piacere, tra visione e desiderio grazie alla sua immediatezza comunicativa che “attiva” nello spettatore le immagini dalle quali si trae un piacere squisitamente visivo. Una sorta di voyeurismo partecipativo con profondo coinvolgimento emozionale. Forse è proprio per questa volontà di arrivare in maniera diretta al pubblico che le raffigurazioni si leggono – insolitamente nella sua pittura, ma anche non raramente – in chiave squisitamente pop art.